"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".

Cesare Pavese, La luna e i falò

Mompeo... storia, cultura, natura e tradizioni

Immerso tra le lussureggianti colline della Sabina, sorge il piccolo borgo di Mompeo situato in una suggestiva cornice naturale, tra le gole del Farfa e la valle del fosso Rasciano.

La posizione dell’abitato e la vicinanza con l’importante città di Cures rendono certa la presenza qui in antichità del popolo sabino, fusosi ben presto con quello romano. Dopo la conquista i Romani scelsero la Sabina per costruire le loro ville, le cosiddette villae rusticae, immerse nel verde dei vigneti e degli uliveti. Anche a Mompeo sorsero con il tempo le dimore campestri di romani abbienti. Gli avanzi dei monumenti che ancora si vedono testimoniano l'antica esistenza di ville più o meno importanti delle quali non altro resta se non quella parte cui i romani annettevano la maggiore importanza, cioè le conserve d'acqua, gli acquedotti, i criptoportici e i locali da bagno.

A chi appartenessero queste ville è oscuro. Una vecchia tradizione vuole che qui Fabio Massimo (275-203 a.C.) avesse una villa. Veramente questa ipotesi non è avvalorata da prove.

L'antica credenza, poi, che nel comune di Mompeo, sorgesse la villa di Gneo Pompeo ha prove molto più sicure, tra le quali principale quella di natura linguistico fonetica, l’evidente assonanza tra il nome romano e il toponimo attuale Mompeo.

Non senza ragione però i romani illustri scelsero a loro dimora questa parte della Sabina. Oltre la vicinanza di Roma, il clima salubre, il suolo fertile, le acque abbondanti, parlava loro il ricordo di un'antichissima città sabina, la quale dopo la vicina Curi era la più viva e palpitante alla loro memoria: era il ricordo dell'antica Regillo, la patria di Atto Clauso (310 a.C. “per i romani Appio Claudio”) per la cui venuta a Roma “Claudia nunc diffunditur et tribus et gens per Latium, postquam in partem data Roma sabinis”.

È tradizione che nel territorio di Mompeo sorgesse l'antica città di Regillo e infatti la principale via del paese era denominata Corso Regillo. Ora porta questo nome la piazza dinanzi alla chiesa e la circonvallazione.

Dopo l'età imperiale, si rinvengono notizie di Mompeo nell'817 dal Regesto Farfense, dove si parla del Fundum Pompeianum quale territorio di pertinenza dell'abbazia benedettina, confermato in una nota dell'825, e nell'840 in un diploma dell'imperatore Lotario. Di lì a poco, nell'875, l'abate Giovanni conferisce l'investitura feudale dei suoi domini a un tale Francone, che fa edificare la sua fortezza su di un colle, cioè l'attuale zona del centro storico. Dalla metà del X secolo, dopo le invasioni saracene che avevano sconvolto anche la terra sabina, fino alla distruzione dell'abbazia di Farfa, si sa che il feudo di Mompeo passò ai fratelli Gaderisio e Ottaviano di Buza.

Nel XII secolo divenne signore feudatario di Mompeo Simeotto Orsini, capostipite di una lunga dinastia che diede lustro e prestigio a questa terra per cinque secoli. Il feudo rimase in possesso degli Orsini almeno fino al 1559, quando gli abitanti restaurano la chiesa parrocchiale dedicata alla natività durante la signoria di Alessandro e Virginia Orsini.

Mompeo, eretto in marchesato, fu poi venduto ai marchesi Capponi di Firenze, che a loro volta lo cedettero, il 15 maggio del 1646, alla nobile famiglia romana dei Naro, poi Patrizi-Naro, che lo possedette fino agli inizi del Novecento. Sotto i Naro furono edificati e valorizzati i complessi monumentali più importanti che oggi possiamo ammirare. La vecchia fortezza degli Orsini venne quasi del tutto ristrutturata e soltanto due torri rimasero indenni. Al suo posto fu edificato un palazzo baronale di notevole rilevanza dal punto di vista monumentale, circondato da giardini, fontane ed attraversato da viali del quale esiste una descrizione del Piazza che lo paragona al castello incantato di Armida. Nello stesso periodo il marchese Naro fece costruire una maestosa porta d'accesso in travertino, ristrutturando e riorganizzando urbanisticamente l'abitato, le cui vie furono lastricate ed articolate al servizio del nuovo palazzo baronale che divenne il polo unico ed unificatore di Mompeo.

Dal 1927 è Comune della Provincia di Rieti.